Non fare oggi quel che puoi fare domani
Una delle strategie più semplici ed efficaci (e controintuitive) per prendere scelte più razionali: procrastinare.
In una delle ultime puntate di Brain Hacking, “La formula del benessere di un neuroscienziato”, abbiamo esplorato cosa succede nel cervello quando viviamo connessioni socialmente significative.
Oggi arriva un’altra pillola neuroscientifica da parte di uno dei neuroscienziati più citati e più importanti al mondo.
Questa volta, su un tema diverso rispetto a quello dell’ultima volta, ma altrettanto decisivo nella nostra quotidianità: le decisioni.
Premessa: decisioni ed emotività
Per comprendere più a fondo l’argomento di oggi - specialmente per tutti i nuovi iscritti alla newsletter (e nell’ultimo periodo sono stati davvero tantissimi) che magari non hanno ancora avuto modo di approfondire il tema - è essenziale fare un passo indietro per fare chiarezza su uno degli aspetti più curiosi e importanti del comportamento umano: la relazione che c’è tra decisioni e irrazionalità, e l’impatto che l’emotività può avere su questa relazione.
A tal proposito, ecco un video che può spiegarti nel dettaglio questo aspetto, con alcune delle trappole mentali più comuni.
Ora, chiusa questa parentesi, torniamo subito all’argomento centrale di oggi.
Quando il miglior modo per decidere… è non decidere!
Qualche settimana fa, durante una chiacchierata con Paul J. Zak – uno dei nomi più autorevoli nel campo della neuroeconomia e uno dei massimi esperti mondiali di biochimica legata alle relazioni, alle decisioni e al benessere – è emersa un’intuizione che, a prima vista, sembra quasi eretica nel mondo della produttività e della crescita personale vecchio stampo.
A volte, il modo migliore per prendere una decisione è rimandarla.
Hai letto bene: in un mondo in cui molti portano avanti una battaglia personale contro la procrastinazione, una delle strategie migliori per decidere in modo più razionale e consapevole è procrastinare.
Attenzione: non sto parlando della procrastinazione patologica, quella che ti incolla a Netflix o a Instagram in modo compulsivo, mentre la tua to-do list si chiede che fine tu abbia fatto. Quella è tutta un’altra storia.
In questo caso, ci riferiamo solo ed esclusivamente a un ambito specifico: il decision-making. E in quest’ambito, sì, può fare un’enorme differenza.
Le pause accendono il sistema 2
Viviamo nell’epoca della velocità, in una società che ci porta a volere tutto e subito, dove le deadline sono “per ieri” (simpatici quelli che dicono così, eh?).
Ma siamo sicuri che la velocità abbia sempre un’accezione positiva?
Sebbene il cervello - citando Daniel Kahneman - sia dotato di un sistema 1 fatto proprio per scegliere in modo rapido e istintivo e nonostante la nostra mente preferisca di gran lunga le scorciatoie alle strade più lunghe e tortuose, rallentare può generare molti più benefici di quanti se ne possano immaginare.
Quando prendiamo una pausa prima di prendere una decisione e di passare all’azione - che si tratti di un’ora, una notte o un weekend - riusciamo ad attivare nella nostra mente il sistema 2, che a differenza del sistema 1 è quel sistema cognitivo che rielabora le informazioni in modo più razionale e ci permette di prendere decisioni in modo più ponderato e riflessivo.
Procrastinare: lucidità o pigrizia?
Dunque, eccoci alla procrastinazione.
Prima di una decisione importante, per evitare di subire bias cognitivi e di cadere in trappole mentale, rimandare la scelta può risultare particolarmente utile: mette in stand-by il sistema 1, agevola il sistema 2.
Il caro e vecchio consiglio della nonna di “dormirci sopra” trova un riscontro anche da un punto di vista neuroscientifico.
Quindi, posso rimandare all’infinito le mie scelte e lavarmene le mani senza troppe preoccupazioni?
Eh, no. Calma. Esiste procrastinazione, e procrastinazione.
Non tutte le procrastinazioni sono virtuose, chiaramente. Rimandare perché vogliamo evitare sistematicamente di uscire dalla zona di comfort, perché abbiamo paura, perché cerchiamo la scusa perfetta per non esporci è solo un modo poco intelligente di sabotarsi.
Al contrario, quando rimandare diventa un atto intenzionale, una strategia pratica per aumentare la lucidità ed evitare le distorsioni cognitive, allora il discorso cambia.
Non fare oggi quel che puoi fare domani
Nel mondo della crescita personale anti-procrastinazione, gira una frase che entrata nella maggior parte dei manuali: “non fare domani quel che puoi fare oggi”.
Ecco, oggi, andiamo in controtendenza.
La prossima volta che senti che l’emotività potrebbe sovrastare la razionalità (e vuoi evitare di prendere una scelta d’impulso di cui potresti pentirti), sperimenta questa strategia e rimanda di un po’ quella scelta.
Rimanda di un paio d’ore, di una mezza giornata, magari di una notte. Insomma, in questo specifico caso, “non fare oggi quel che puoi fare domani”!
E poi prendi nota degli effetti: in che modo è cambiata la tua percezione della scelta, dopo averla rimandata? Ti renderai facilmente conto che sarai più razionale e riuscirai a valutare le opzioni di scelta in modo ancor più lucido.
Ricorda: o controlli la tua mente, o la tua mente controlla te.
Se non vuoi perderti i prossimi articoli di Brain Hacking, iscriviti alla newsletter. Ogni domenica, un nuovo approfondimento.
Su questo tema, ho dedicato un brevissimo reel riassuntivo sul mio profilo Instagram. Per guardarlo, clicca qui sotto!
Entriamo in contatto
Vuoi sapere di più su come funziona - e come far funzionare meglio - la tua mente? Scopri di più su Brain Hacking Academy: clicca qui.
Per consulenze, eventi, corsi di formazione, speech e collaborazioni, contattami direttamente via email, qui: info@michelegrotto.com
Se desideri candidarti per le mie sessioni 1:1 personalizzate: clicca qui.