Thauma: come hackerare la mente secondo Aristotele
Il principio filosofico dell'Antica Grecia - confermato dalle neuroscienze - che ti permette di migliorare la qualità dei tuoi pensieri
Nell’Antica Grecia, una delle parole a parer mio più intriganti nel mondo della filosofia è thauma.
Aristotele - non proprio l’ultimo arrivato, eh - sosteneva che la filosofia nascesse appunto proprio dal thauma.
In altre parole, l’ingrediente fondamentale che ci permette di iniziare un viaggio di introspezione, di amore per il sapere e di crescita personale.
Ma aspetta un momento: che cos’è, questo thauma?
Thauma: la definizione
Comunemente, questa parola si traduce con il termine meraviglia. Al tempo stesso, come fece notare il Prof. Emanuele Severino nel suo libro “Scuola e tecnica”, thauma originariamente significa addirittura terrore.
Come è possibile che meraviglia e terrore siano due facce della stessa medaglia?
Beh, rivalutando ora quanto raccontato dal buon Aristotele (e quanto spiegato dal Prof. Severino) attraverso le lenti da scienziato comportamentale e architetto delle scelte, una risposta c’è.
Ed è una risposta che chiunque voglia dare il meglio di sé con la propria mente deve assolutamente conoscere.
La luce e la meraviglia del thauma
Come spiegato in precedenza, in primo luogo thauma rappresenta la meraviglia e lo stupore.
Parafrasando e sintetizzando il tutto, possiamo dire che questo aspetto del thauma è collegato alla sensazione che tipicamente provi quando ti trovi di fronte a qualcosa di straordinario e inaspettato, in grado di stupirti clamorosamente.
Un’opera d’arte che ti tocca nel profondo, un tramonto che ti commuove, la nascita di un bambino… così come ogni altro picco di meraviglia che puoi vivere.
In questi momenti, la nostra mente sprigiona un cocktail ormonale - tipicamente associato alla felicità, alla soddisfazione e al benessere - in grado di motivarci come poche altre cose al mondo.
Motivarci - come direbbe Aristotele - a fare filosofia. Motivarci - come direi io - a studiare, arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e… hackerare la nostra mente.
L'oscurità e il terrore del Thauma
Dall’altro lato, il thauma - come abbiamo visto - può anche significare terrore e paura.
Due reazioni istintive assolutamente naturali, specialmente quando ci troviamo di fronte a qualcosa di sconosciuto o incomprensibile.
In questi casi, l’amigdala fa da padrona: questa piccola area del nostro cervello adibita alla gestione - tra le altre cose - delle reazioni di sopravvivenza di “attacco o fuga” è la responsabile di tutte le nostre reazioni legate alla paura.
In chiave moderna, questa sfaccettatura del thauma corrisponde all’avversione alla perdita che sperimentiamo ogniqualvolta ci troviamo di fronte a un potenziale pericolo, a una situazione che mette a repentaglio la nostra sicurezza, a un momento di crisi destabilizzante.
Situazioni sicuramente poco piacevoli, ma - tenendo a mente le sagge parole di Aristotele - situazioni dall’altissimo potenziale filosofico.
Proprio come quando la meraviglia ci dà l’opportunità di crescere, anche la paura ci permette di guardarci dentro e trovare un motivo in più per migliorare.
Il circuito dopaminergico
La motivazione (e, dunque, anche la motivazione alla crescita personale) è il risultato dell’equilibrio tra dolore e piacere.
Da un punto di vista neuroscientifico, non c’è motivazione se c’è solo piacere e non c’è motivazione se c’è solo dolore (di questo, ne abbiamo ampiamente parlato nel corso di Motivazione Strategica in Brain Hacking Academy).
Col senno di poi, quindi, Aristotele aveva perfettamente ragione (e ci era arrivato solo 2.300 anni prima delle neuroscienze!).
A governare questo meccanismo di motivazione è infatti la dopamina, neurotrasmettitore che erroneamente viene associato al piacere e che, più precisamente, è invece associato alla promessa di ricompensa.
In effetti, le ricerche più recenti confermano che la ricompensa a cui ci si riferisce quando si parla di dopamina è sia legata alla ricerca del piacere, sia legata all’evitamento di specifiche minacce.
Ecco dunque che la dopamina non è altro che il neurotrasmettitore del thauma, tra meraviglia e terrore.
Aristotele, thauma e dopamina
Quel che ci insegnano Aristotele, il thauma e le ricerche sul circuito dopaminergico è che dalla ricerca del piacere sicuramente possiamo trovare l’ispirazione a dare il meglio di noi, ma anche dai momenti meno splendenti possiamo trovare l’energia necessaria per spiccare il volo e brillare. Come sempre, tutto sta nella nostra capacità di vedere quel che ci accade dal giusto punto di vista.
Ti è piaciuta questa nuova puntata di Brain Hacking? Condividila subito! Clicca qui:
Eccelso.