Sei meglio di quel che pensi
Gli altri ti giudicano meglio di quel che pensi: il Liking gap e l'effetto Spotlight ci possono svelare il perché.
Sei davvero in grado di auto-valutarti?
Noi esseri umani siamo tutt’altro che bravi ad autovalutarci: quando c’è di mezzo un’autovalutazione - in particolar modo se questa avviene nei nostri pensieri, e non esce dalla nostra scatola cranica attraverso le nostre parole - siamo i numeri 1 a innescare una miriade di bias cognitivi e di errori di ragionamento.
Uno tra questi (forse, uno dei più conosciuti e diffusi in senso assoluto) è l’effetto Dunning-Kruger, che è quella tendenza che ci porta a valutare erroneamente il nostro reale livello di conoscenza e competenza in un determinato ambito.
In pratica, più sai e meno pensi di sapere; meno sai e più pensi di sapere.
Ma non è di questo che ti voglio parlare in questa puntata di Brain Hacking: oggi, voglio parlarti di come il tuo cervello ti porta ad autovalutare in maniera distorta ed errata l’impatto che tu hai sulle persone che ti circondano, oltre al livello di gradimento che le altre persone hanno nei tuoi confronti.
Il divario di gradimento (Liking gap)
Le scienze comportamentali ci spiegano chiaramente che sei meglio di quel che credi di essere.
Statisticamente, infatti, è estremamente probabile che tu - come buona parte degli altri esseri umani - stia subendo quel fenomeno cognitivo-comportamentale che prende il nome di “Liking gap” o, nella sua versione italiana, divario di gradimento.
Il nostro cervello ha infatti un bug: è dotato di un meccanismo di autopercezione che ci porta a sminuire il livello di gradimento che gli altri hanno nei tuoi confronti.
In altre parole, pensi di piacere di meno rispetto a quanto piaci realmente.
L’effetto riflettore (effetto Spotlight)
La nostra mente (sempre particolarmente motivata, quando si tratta di metterci il bastone tra le ruote) non solo tende a sottostimare il livello di gradimento altrui nei nostri confronti, ma molto spesso si diverte a innescare l’effetto Spotlight.
L’effetto Spotlight è quel meccanismo inconscio che ci porta a pensare di essere sempre al centro dell’attenzione e che tutti i riflettori siano puntati su di noi.
Proprio a causa di questo meccanismo, tendiamo a esasperare la portata dei nostri errori e delle nostre gaffes, pensando appunto che tutti notino ogni singola nostra sbavatura.
Fortunatamente, non è così: si tratta infatti di un bias cognitivo che ci porta a giudicare in maniera distorta noi stessi e il livello di attenzione che gli altri ripongono in quel che diciamo o facciamo.
Cosa ci insegnano il Liking gap e l’effetto Spotlight
Questi due meccanismi inconsci hanno un insegnamento davvero prezioso per noi.
Da un lato, ci possono ricordare che non siamo al centro del mondo e, infatti, non sono sempre tutti pronti a puntarci il dito contro. Anzi, molto spesso gli altri sono troppo preoccupati il loro effetto Spotlight per avere anche il tempo di giudicarti negativamente. D’altronde, anche loro sono esseri umani.
Dall’altro lato, questi meccanismi (e nello specifico il Liking gap) ci possono ricordare anche che è molto probabile che la nostra autovalutazione sia errata o perlomeno distorta: nella maggioranza dei casi, piacciamo molto di più di quanto pensiamo di piacere.
Conoscere i bug della nostra mente non solo è essenziale per farla funzionare meglio, ma a volte - come in questo caso - è altrettanto importante per capire che, alla fine, la nostra vita è meglio di quel che sembra. A volte, ci basta solo cambiare punto di vista.
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Bibliografia di un Brain Hacking
Se desideri approfondire questi due meccanismi cognitivi, ecco a te due ricerche molto interessanti. Buono studio!
The spotlight effect in social judgment: an egocentric bias in estimates of the salience of one's own actions and appearance - Gilovich, Medvec, Savitsky - 2000
The liking gap in groups and teams - Mastroianni, Cooney, Boothby, Reece - 2021