Quanto costa una banana?
Ecco 3 insegnamenti che le scienze comportamentali ci possono dare sul valore soggettivo dell'arte (e, soprattutto, della vita)
Qualche giorno fa, l'opera Comedian di Maurizio Cattelan - la celebre banana fissata al muro con del nastro adesivo - è stata venduta all’asta per la cifra incredibile di 6,2 milioni di dollari.
L’evento, come si poteva immaginare, ha scatenato un acceso dibattito sul giusto valore nell'arte contemporanea: come è possibile che un oggetto così effimero e apparentemente banale possa essere acquistato per una cifra così importante? In molti se lo sono chiesto.
Per comprendere questo fenomeno (e dare una risposta a questa domanda) dobbiamo esplorare le dinamiche cognitivo-comportamentali che influenzano la nostra percezione del valore. Nell’arte e - soprattutto - nella vita.
Quanto costa (davvero) una banana?
Mettiamo subito le cose in chiaro: non sono un esperto d’arte.
Ed è per questo motivo che nell’articolo che stai leggendo non mi metterò a parlare di arte in senso stretto, né tantomeno del valore intrinseco dell’opera di Maurizio Cattelan (anche perché in questi giorni se ne sono visti e sentiti anche troppi che hanno deciso di dire la loro giudicando quanto fosse giusto e corretto pagare quella somma).
Al contrario - come probabilmente avrai già intuito dal taglio dei miei altri approfondimenti qui su Substack - mi voglio concentrare sul modo in cui funziona la nostra percezione del valore da un punto di vista neuroscientifico.
E analizzare un caso sorprendente come quello dell’opera d’arte concettuale Comedian, beh, può fornirci degli spunti di riflessione davvero fondamentali. Non solo sull’arte, ma anche sulla nostra vita.
Perché con quest’opera, Cattelan, è riuscito nell’impresa di trasformare una semplice banana in un qualcosa di straordinariamente prezioso.
La percezione del valore di un’idea
Un aspetto cruciale di Comedian è che non si tratta di una scultura in grado di durare nel tempo: è una banana. Una vera banana che, in quanto tale, col tempo marcisce.
Questo aspetto dell’opera d’arte di Cattelan è forse l’aspetto più curioso: infatti, il collezionista che ha acquistato la famosa banana di Cattelan ha acquistato un oggetto destinato a deteriorarsi.
Va da sé, dunque, che la banana verrà sostituita. E con lei il nastro adesivo che, col tempo, inevitabilmente si deteriorerà. Cosa resta, quindi, dell’opera originale di Cattelan? Nulla di fisico, nulla di materiale: ne rimarrà solo l’idea.
L’effetto alone della banana
Uno dei principali meccanismi cognitivi che ha contribuito a manipolare totalmente la percezione del valore dell’opera Comedian e che è in grado di spiegare il comportamento di Sun (il collezionista cinese che ha pagato 6,2 milioni per quella banana - o meglio: per l’idea che rappresenta) è il cosiddetto l’effetto alone.
L'halo effect - effetto alone in italiano - è un bias cognitivo per cui la percezione positiva di una caratteristica di una persona, un oggetto o un evento influenza il giudizio complessivo che formuliamo su di essi, anche in aree e in aspetti non direttamente correlati.
La reputazione di Cattelan come artista provocatorio ha innescato un effetto alone in grado di estendere un incredibile valore alle sue opere, indipendentemente dalle loro caratteristiche intrinseche.
Il valore di un oggetto o di una persona non è mai determinato dalle sue qualità intrinseche, ma dall’idea che rappresenta e dal modo in cui la presentiamo.
In altre parole, se avessi deciso io di attaccare una banana al muro con del nastro adesivo, probabilmente nessun collezionista avrebbe pagato milioni per accaparrarsi la mia opera: l’unico effetto alone che avrei generato sarebbe stato l’alone sul muro bianco di una banana destinata a marcire (e giustamente me le sarei pure sentite di santa ragione da mia moglie…).
Cosa ci insegna una banana?
Grazie a questa chiave di lettura comportamentale, possiamo imparare 3 cose fondamentali:
Non esiste un valore oggettivo
Il valore che attribuiamo a cose e persone è determinato dal termine di paragone che usiamo e dal valore soggettivo che scegliamo - più o meno consciamente - di attribuire.La nostra percezione del valore è distorta
L’effetto alone (insieme a tanti altri effetti cognitivi) è in grado di manipolare totalmente il valore che noi attribuiamo a cose e persone.Abbiamo la capacità di cambiare il nostro valore
Gli stessi principi cognitivo-comportamentali che possono essere applicati all’opera Comedian di Cattelan, possono essere applicati con successo alla nostra vita quotidiana, al valore che scegliamo di attribuirci e - di conseguenza - anche al valore che gli altri ci attribuiranno.
Insomma, potrebbe forse sembrare un po’ strano vedere le cose da questa prospettiva, ma…
Possiamo essere una banana in offerta al discount, oppure possiamo essere una banana da 6,2 milioni di dollari: dipende da come ci presentiamo, e da quanto scegliamo di valorizzarci. D’altronde, la materia prima è sempre la stessa, ma il modo di presentarsi è totalmente differente. E quello, sì, fa la differenza.
A te la scelta!
La formula del valore
Per approfondire, ti consiglio di recuperare il mio TEDx Talk “La Formula del Valore per cambiare i tuoi pregiudizi”, dedicato proprio a questo argomento così delicato e importante. Per guardarlo subito, clicca sull’immagine qui sotto:
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