Perché è così difficile cambiare opinione
Ecco 3 ragioni neuroscientifiche per cui è così difficile cambiare opinione (anche di fronte all'evidenza dei fatti)
Se c’è una cosa che il cervello umano odia davvero fare, quella cosa è cambiare opinione.
Richiede un sacco di energie, richiede un grande sforzo cognitivo e richiede un’abbondante dose di umiltà: tre risorse rare. Anzi, rarissime.
Di fronte a tanta fatica, per il nostro cervello risulta più appetibile limitarsi a credere quel che ha sempre creduto, continuando così a pensarla allo stesso modo.
Ma la domanda è questa: perché è così complesso cambiare opinione?
Ecco la risposta neuroscientifica a questa domanda, con i tre bias cognitivi artefici delle nostre più radicate convinzioni.
1. Status quo bias
Il bias dello status quo, per il nostro cervello, s’incarna nel famigerato “abbiamo sempre fatto così”. Perché, in fin dei conti, tutto ciò a cui siamo abituati e ci risulta più familiare è pur sempre un’opzione migliore rispetto a mettere in discussione le proprie convinzioni e le proprie opinioni.
Questo bias cognitivo, infatti, è quel fenomeno comportamentale che porta le persone a preferire la situazione attuale (e passata) piuttosto che scegliere altre opzioni sconosciute, anche quando le evidenze ci dicono che le nuove possibilità sono potenzialmente di gran lunga migliori rispetto a quel che pensiamo e/o viviamo attualmente.
Dunque: sei sicuro che la tua situazione attuale sia davvero la migliore possibile? Oppure stai semplicemente subendo le conseguenze dello status quo bias?
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2. Backfire effect
Il nome di questo effetto comportamentale rende perfettamente l’idea: il bias del “ritorno di fiamma”, infatti, è quell’errore cognitivo che - di fronte a uno o più tentativi di farci cambiare opinione - ci fa radicare ancor di più la nostra convinzione.
Può sembrare paradossale, ma è così che funzionano buona parte delle nostre opinioni più solide: ogni volta che qualcun altro cerca di convincerci del contrario, una parte del nostro cervello (anzi, buona parte del nostro cervello) si convince ancor di più che la sua versione dei fatti è quella giusta.
Riflettici: le opinioni degli altri sono davvero errate come credi? Oppure stai semplicemente subendo le conseguenze del backfire effect?
3. Ostrich effect
Avete presente la famosa immagine in cui uno struzzo mette la testa sotto terra? Così come per il backfire effect, anche in questo caso il nome del bias in questione rappresenta e illustra brillantemente i suoi effetti.
L’ostrich effect - o, in italiano, effetto struzzo - non è nient’altro che un bias cognitivo che s’innesca ogni volta che inconsciamente evitiamo tutte quelle informazioni che, in un modo o nell’altro, sbugiardano le nostre convinzioni e le nostre opinioni. Proprio come se, per senso di protezione, decidessimo di nascondere la testa sotto terra, nel vano tentativo di non vedere e non sentire dati, statistiche o informazioni che possano sconfessare le nostre più radicate credenze.
Quindi, fai attenzione: ti sei davvero informato consapevolmente, tenendo in considerazione anche l’opinione di chi non la pensa come te? Oppure stai semplicemente subendo le conseguenze dell’ostrich effect?
Bibliografia di un Brain Hacker
Se vuoi scoprire di più sui bias cognitivi e sul modo in cui il nostro cervello distorce costantemente la realtà, ecco a te una veloce bibliografia a cui puoi affidarti per arricchire ancor di più il tuo bagaglio di conoscenza.
Pensieri lenti e veloci - Daniel Kahneman
The Choice Factory - Richard Shotton
Stai per commettere un terribile errore! - Olivier Sibony