Oggi, dieta (cognitiva)
5 sintomi dell'obesità mentale che devi conoscere per restare in forma
In questa puntata di Brain Hacking, facciamo dieta.
Dieta cognitiva.
In un mondo che è passato con troppa facilità dal fast food al fast information, in cui ingeriamo quotidianamente altissime quantità di informazioni (rigorosamente di bassa qualità) fino all’indigestione, seguire un regime alimentare (ops, volevo dire: un regime mentale) più sano è diventato una necessità.
L’obesità mentale
No, no… niente bodyshaming, per carità.
Il termine “obesità mentale” è stato coniato nel 1971 dallo psicologo Herbert Simon e si riferisce agli effetti negativi derivati da un sovraccarico informativo e da una conseguente performance cognitiva meno efficace.
Se ti abbuffi di informazioni, pensi in modo meno funzionale.
Questo è il concetto espresso - in altre parole - da Herbert Simon.
E ha perfettamente ragione, perché le statistiche parlano chiaro: oggi, una persona media è esposta a più informazioni in un solo giorno rispetto a quanto lo fossero i nostri antenati nell'arco di un'intera vita.
Ci stiamo letteralmente abbuffando di informazioni.
5 sintomi dell’obesità mentale
Non bastano la bilancia o lo specchio: per capire se stai subendo gli effetti di una obesità mentale, puoi tenere in considerazione questi 5 sintomi principali.
01
Sovraccarico cognitivo: rielaborare costantemente migliaia di dati e informazioni al giorno ti genera stress e affaticamento mentale, abbassando la tua capacità di analizzare le informazioni in modo efficace e privo di bias.
02
Affaticamento decisionale: l’eccesso di decisioni che devi prendere ogni giorno inibisce la tua capacità di valutare le opzioni di scelta in maniera rapida e lucida.
03
Procrastinazione: il sovraccarico cognitivo e l’affaticamento decisionale ti portano a rimandare le attività, procrastinandole costantemente nel calendario.
04
Difficoltà di focalizzazione: il sovraccarico di input provenienti dalle informazioni che ti circondano e dalle migliaia di notifiche abbassa la tua capacità di concentrazione, facendoti vivere in uno stato di distrazione costante (o quasi).
05
Sensazione di insicurezza: un sovraccarico cognitivo e decisionale, in aggiunta alla tendenza a procrastinare e a una sempre più bassa capacità di mantenere un focus prolungato, può generare anche una sensazione di insicurezza.
Informazione e in-formazione
Oggi, le informazioni ci sono, e sono a portata di tutti.
Ti basta tirare fuori lo smartphone dalla tasca o dalla borsa e nel giro di pochi secondi puoi avere davanti a te la risposta a (quasi) qualsiasi domanda. Addirittura, grazie all’intelligenza artificiale è possibile non solo reperire informazioni che un tempo erano riservate a pochi eletti, ma è possibile soprattutto generarle.
Insomma, la capacità di pensare non è più necessaria.
Il risultato è che tutti - chi più, chi meno - possiamo rivederci in almeno uno dei sintomi elencati in precedenza. Tutti sperimentiamo con più o meno frequenza momenti in cui ci sentiamo sopraffatti dalle informazioni provenienti dall’esterno, oppure abbiamo difficoltà a focalizzarci, oppure - ancora - non ci sentiamo in grado di prendere una decisione definitiva.
Oggigiorno, tutti soffriamo - almeno parzialmente - di obesità mentale.
Per questo, è diventato ancor più essenziale capire che informarsi non significa formarsi. Ed è per questo che il vero grande cambio di paradigma - in un mondo in cui l’obesità mentale dilaga sempre più - è passare dalla semplice informazione all’informazione in grado di generare un cambiamento comportamentale, senza limitarsi a collezionare in modo sterile dati e conoscenza.
Meno informazioni, e più in-formazione.
Dall’informazione, all’in-formazione. Perché sapere è potere, ma a una condizione: che il sapere sia anche saper fare.
Condividi questo articolo, ora.