L'illusione introspettiva e la scoperta del cuore
Hackerare il cuore, per hackerare la mente: un breve viaggio alla scoperta dei più importanti "perché" della vita
La tecnica non basta
C’è una cosa che ho imparato con l’esperienza: le tecniche funzionano, ma funzionano fino a un certo punto.
Possiamo hackerare la nostra mente e potenziare le nostre performance sotto innumerevoli punti di vista: cambiando le nostre parole, allenandoci, respirando più consapevolmente, cambiando i nostri pensieri, vestendo in un certo modo, usando un determinato linguaggio del corpo e molto, molto altro.
E tutto questo è essenziale per poter fare un upgrade alla propria vita, da più punti di vista.
Ma non possiamo davvero liberare il nostro pieno potenziale fintanto che non scegliamo di fare un ulteriore passo avanti. Anzi, indentro.
Capirsi, per capire meglio
Quand’è stata l’ultima volta in cui ti sei fermato e hai tirato le somme della tua vita?
In una società che ci porta a correre sempre più velocemente, ritagliarsi del tempo e dedicarsi un momento di vera autoconsapevolezza e introspezione è sempre più raro, ma sempre più importante.
Perché continuare a studiare e ad arricchire il proprio bagaglio di competenze è essenziale, ma portare avanti di pari passo una scoperta interiore è un dovere, oltre che un diritto.
Un dovere tanto nei confronti di noi stessi, quanto nei confronti delle persone che ci circondano, perché capirsi (o, perlomeno, capirsi un po’ di più) è necessario per vivere meglio, e vivere meglio è altrettanto necessario per fare del bene agli altri (oltre che a noi stessi).
Conoscersi, però, non è così semplice.
L’illusione introspettiva
I lettori più affezionati di Brain Hacking, quelli che seguono con attenzione questa newsletter da più tempo, sanno perfettamente che il nostro cervello non è così bravo ad analizzare la realtà in modo oggettivo.
E se è vero che non è bravo ad analizzare obiettivamente quel che lo circonda, è anche vero che non è affatto bravo ad analizzare obiettivamente quel che succede al suo interno.
Esiste nello specifico un bias cognitivo - un errore sistematico di pensiero - che ci porta a distorcere totalmente il modo in cui percepiamo e valutiamo i nostri stessi pensieri: si chiama “blind spot bias”.
Tradotto letteralmente in bias del punto cieco, proprio perché è quel bias che ci porta a non vedere i nostri stessi errori cognitivi.
Come sempre, vediamo solo quel che crediamo di vedere.
Ma allora come possiamo vedere bene, quando la nostra stessa mente si diverte ad offuscarci la vista?
Brain Hacking vs. Heart hacking
Se da un lato è vero che la mente molto spesso distorce la realtà a tal punto da crearsi una versione tutta sua in cui possa crogiolarsi nei suoi stessi paradigmi cognitivi, è anche vero che guardare le cose con più lucidità è possibile.
È proprio quando prendi piena consapevolezza del fatto che non troverai mai alcune risposte con la testa, che arriva il momento di cercare col cuore.
È un passaggio di fondamentale importanza: arrivati a un certo punto del proprio viaggio di scoperta, per hackerare la propria mente serve anche essere disposti ad hackerare il proprio cuore.
Ma… come si fa?
Quali sono i tuoi “perché”?
È arrivato il momento di fermarti.
E se stai leggendo questa newsletter e sei arrivato fin qui, beh, forse è proprio il segnale del fatto che sia giunto il momento di guardarti dentro.
Una delle cose in assoluto più importanti da fare per scoprirsi e capirsi è identificare i propri “perché” più forti, ovvero le direzioni verso le quali vogliamo tendere e vogliamo muoverci nella vita: i nostri valori.
Per questo, voglio concludere la newsletter di oggi regalandoti una domanda.
Quali sono gli aspetti più importanti della tua vita, senza i quali ritieni che la tua vita perderebbe di senso?
Una domanda che mi auguro tu decida di porti seriamente, e alla quale cercherai una risposta profonda e autentica. Perché - grazie a questa domanda - potresti scoprire qualcosa di estremamente importante su di te, e sulla tua vita.
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