Le 5 fasi del cambiamento
Perché a volte è così difficile cambiare? E soprattutto: in che modo è possibile affrontare e gestire al meglio il cambiamento? La risposta scientifica, in 5 step.
Il cambiamento è un viaggio emotivo incredibile e, spesso, non si tratta affatto di un viaggio semplice.
Anzi, spesso - in particolare per alcuni - il cambiamento può avere più le sembianze di un naufragio, più che di una crociera di lusso.
Di fronte a questa evidenza, non ha molto senso intestardirsi nel tentativo di cambiare usando la sola determinazione: serve una strategia, e una strategia a sua volta necessita prima di tutto di una buona conoscenza delle dinamiche cognitivo-comportamentali che si nascondono dietro al cambiamento.
Le cinque fasi del cambiamento
Dietro a ogni cambiamento - specialmente quando si tratta di un cambiamento importante - si celano le stesse identiche fasi.
Nello specifico, mi riferisco a 5 fasi emotive ben distinte:
Negazione
Reattanza
Depressione
Sperimentazione
Accettazione
Vediamo ora nel dettaglio in che modo funzionano e in che modo possiamo accettare e abbracciare il cambiamento con successo.
Fase 1: Negazione
La negazione è una reazione iniziale estremamente comune: davanti a una situazione che minaccia il nostro equilibrio, il cervello tende a ignorare e negare il cambiamento. Si tratta di una reazione automatica di autodifesa, mirata a proteggerci dalla naturale incertezza del cambiamento.
Come si manifesta: rifiutiamo di accettare la realtà, ignorando il cambiamento.
"Non può essere vero"
“Questa cosa non mi riguarda”
“Non ci credo”
Come si gestisce: prendere carta e penna e mettere nero su bianco i nostri pensieri è una strategia particolarmente utile (non solo per questa fase del cambiamento, ma più in generale per reagire al meglio a tutte quelle situazioni più complesse da gestire e accettare) e ti permetterà di vedere le cose in modo più distaccato e lucido.
Fase 2: Reattanza
Superata la negazione, una delle reazioni più tipiche è la reattanza, ovvero un meccanismo istintivo che ci porta a resistere al cambiamento. Spesso, proprio perché la reazione tipica è quella di resistere al cambiamento (anziché accoglierlo), l’emozione associata a questa fase è quella della rabbia, che mira a proteggerci dalla potenziale minaccia legata al cambiamento.
Come si manifesta: facciamo tutto il possibile per evitare e resistere al cambiamento.
"Perché proprio a me?"
“Non voglio cambiare”
“Mi rifiuto”
Come si gestisce: anziché focalizzarci sul problema (o meglio ciò che al momento percepiamo come problema: il cambiamento), ha più senso spostare il proprio focus sulla possibile soluzione. Che cosa puoi fare per migliorare la situazione?
Fase 3: Depressione
Quando la resistenza non dà i risultati sperati e finiamo quindi per subire il cambiamento senza riuscire ad evitarlo, una delle reazioni emotive più frequenti è quella che viene chiamata con il termine di depressione. Attenzione: non stiamo parlando di un vero e proprio disturbo del tono dell’umore (inteso quindi come “disturbo depressivo”). La letteratura del settore, in questa fase, con questo termine vuole indicare il senso di tristezza e arrendevolezza che si sperimenta tipicamente proprio nella terza fase.
Come si manifesta: sperimentiamo un senso di fallimento, di tristezza o di mancanza di energia ed entusiasmo.
"Non sono in grado di gestirlo"
“Non ce la faccio”
“Non ci riuscirò mai”
Come si gestisce: in questa fase, può essere particolarmente utile circondarsi del giusto gruppo di persone: nei momenti più delicati, infatti, avere un buon gruppo dei pari può fare la differenza più di ogni altra cosa. Al tempo stesso, da un punto di vista pratico, la cosa più prioritaria da fare consiste nel passare all’azione, abbandonando così il prima possibile lo stato di arrendevolezza che contraddistingue tipicamente questa fase. Parola d’ordine: “fare”.
Fase 4: Sperimentazione
Dopo aver attraversato e superato la crisi, il cambiamento inizia a essere visto sotto una luce diversa: non è più una condizione che subiamo passivamente, ma al contrario è una condizione che iniziamo a accogliere.
Come si manifesta: iniziamo a sperimentare con curiosità e apertura, esplorando nuove abitudini e nuove possibilità.
"Provo a vedere come funziona"
"Forse non è così male"
“Magari può funzionare”
Come si gestisce: non tutto funzionerà al primo tentativo, ma accetta e accogli il fallimento, perché… ricorda: le cadute e i fallimenti sono l’ingrediente più prezioso per imparare e diventare la versione migliore di se stessi.
Fase 5: Accettazione
La fase 5 è il punto di arrivo di questo processo di cambiamento. A questo punto, il cambiamento è stato ormai integrato nella tua vita e viene accettato come parte del tuo nuovo equilibrio.
Come si manifesta: sperimentiamo un senso di sollievo e di serenità, legato al fatto di essere riusciti finalmente a superare del tutto le fasi più delicate del cambiamento.
“Adesso ha senso”
“Ce l’ho fatta”
“Ho fatto bene a mettermi in gioco”
Come si gestisce: goditi il risultato ottenuto! E tieni bene a mente di questo cambiamento che sei riuscito a gestire con successo: la prossima volta che ti ritroverai a gestire un nuovo cambiamento ripartendo dalla fase 1, ti ricorderai di questo successo e magicamente tutto ti sembrerà più semplice!
Sei di fronte a un bivio
L’insegnamento più grande che possiamo portarci a casa da queste 5 fasi del cambiamento è che il cambiamento può essere doloroso (e da un punto di vista rigorosamente neuroscientifico, è normale che sia così), ma non abbiamo scelta: la vita è puro cambiamento.
Ci troviamo quindi di fronte a un bivio: o scegliamo di combattere il cambiamento (cercando invano di resistergli) o scegliamo di abbracciarlo.
A te la scelta!
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