La profezia per hackerare la tua mente
Che c'entra Jannik Sinner con questa profezia e con Brain Hacking? C'entra eccome.
In un mio post di qualche giorno fa su Instagram ho scritto questa domanda: “che differenza c’è tra il nostro cervello e la neve fresca?”.
Spoiler: non c’è quasi nessuna differenza.
Anche la nostra mente - proprio come la neve fresca - all'inizio è facilmente modellabile ma poi col passare del tempo (se non sviluppiamo l’abilità di restare flessibili) s’irrigidisce sulle sue convinzioni e diventa pressoché inscalfibile.
Il punto è che molto spesso queste convinzioni non sono scelte da noi: ci vengono imposte, senza che ce ne rendiamo conto. Un po’ con l’educazione che riceviamo, un po’ con le persone che incontriamo lungo tutta la nostra vita.
Lo sa bene il tennista Jannik Sinner, che nel suo discorso dopo la vittoria agli Australian Open (ne trovate un estratto qui, sulla pagina Instagram di Eurosport) ha parlato dell’importanza del ruolo ricoperto dai suoi genitori e dall’educazione ricevuta nell’aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi.
Di fatto, almeno in parte, siamo il risultato delle aspettative che gli altri ripongono su di noi, specialmente negli anni in cui il nostro cervello è più facilmente modellabili. Gli anni dell’infanzia.
Che cos'è l'effetto Rosenthal
L'effetto Rosenthal prende il nome dal Dr. Rosenthal, psicologo che nel 1968 - insieme al Dr. Jacobson - decise di condurre un esperimento estremamente affascinante all’interno di una scuola di San Francisco.
Rosenthal e Jacobson effettuarono un test di intelligenza a un determinato gruppo di alunni e, successivamente, comunicarono i risultati del test ai loro insegnanti, evidenziando gli studenti più dotati e meritevoli, ovvero quegli studenti che - con molte probabilità - avrebbero ottenuto i risultati migliori alla fine di quell’anno accademico.
La realtà, però, è che la lista degli alunni più bravi era stata costruita in maniera totalmente casuale e quindi non rappresentava per davvero l’elenco degli studenti più dotati intellettualmente. Ma, nonostante questo, alla fine dell’anno furono proprio questi ragazzi a ottenere i migliori risultati. Perché?
Le aspettative e i comportamenti degli insegnanti durante tutto l’anno scolastico avevano modificato le performance degli studenti.
Come funziona l’effetto Rosenthal
Dall’esperimento di Rosenthal possiamo imparare che le aspettative che gli altri hanno su di noi influenzano abbondantemente le nostre performance.
Ma come funziona questo meccanismo comportamentale? Per semplificare, possiamo analizzare questo fenomeno in 4 fasi che si ripetono, creando così un meccanismo circolare:
CONVINZIONI (altrui): Le convinzioni che gli altri hanno su di noi influenzano in loro comportamento nei nostri confronti
COMPORTAMENTO (altrui): Il loro comportamento nei nostri confronti influenza le convinzioni che noi abbiamo su noi stessi
CONVINZIONI (nostre): Le convinzioni che abbiamo su noi stessi influenzano i nostri comportamenti e, di conseguenza, anche i nostri risultati
COMPORTAMENTO (nostre): I nostri comportamenti (e i nostri risultati) influenzano le convinzioni che gli altri hanno su di noi
Tendiamo a performare meglio quando gli altri hanno delle alte aspettative nei nostri confronti e, al contrario, tendiamo a performare peggio quando gli altri hanno delle basse aspettative nei nostri confronti. E più questo ciclo si ripete, più aumenta il suo impatto: le convinzioni diventano sempre più marcate e i risultati ne subiscono chiaramente le conseguenze.
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Le nostre convinzioni possono diventare profezia
A tutti gli effetti, le convinzioni che gli altri hanno su di noi possono rivelarsi delle profezie che si auto-avverano. E non è esoterismo, sia chiaro: è una questione puramente neuroscientifica.
Ma c’è un passaggio ulteriore da tenere in considerazione (e che, invece, molto spesso viene messo in secondo piano).
Così come le aspettative altrui modificano le nostre convinzioni e le nostre azioni, anche le nostre aspettative hanno questo effetto sulle persone che ci circondano.
Da questo punto di vista, siamo tutti armati di profezie che si auto-avverano: spetta a noi scegliere come utilizzare l’effetto Rosenthal. Perché, che ci piaccia o meno, indipendentemente dalla nostra volontà tutti noi contribuiamo a modificare le convinzioni e i risultati degli altri.
Quel che fa la differenza, come sempre, è esserne consapevoli: solo così, possiamo modificare i nostri pensieri e le nostre azioni in modo pienamente responsabile.
Tenendo sempre bene a mente che siamo gli architetti dei pensieri e delle scelte di chiunque incroci la nostra strada. Perché, con la nostra mente, possiamo creare profezie.
Bibliografia di un Brain Hacker
Per approfondire l’effetto Rosenthal e più in generale come funzionano le profezie autoavveranti, ti consiglio questa lettura:
La profezia che si autorealizza - Il potere delle aspettative di creare la realtà (Davide Lo Presti, 2018)