Il potere della neuroplasticità
Il cervello umano ha una straordinaria capacità: può potenziarsi (o atrofizzarsi) illimitatamente
La neuroplasticità è uno dei fenomeni più affascinanti del nostro cervello.
Per questo, ho deciso di dedicare questo articolo di Brain Hacking a questa straordinaria nostra caratteristica.
Stai per scoprire che cos’è (davvero) la neuroplasticità e, soprattutto, in che modo potenziarla e preservarla.
Che cos'è la neuroplasticità
La neuroplasticità è la straordinaria capacità del cervello di adattarsi e cambiare nel corso della vita.
In passato, si credeva che il cervello fosse un organo statico: una volta raggiunta la completa maturità, si pensava non fosse possibile modificarne la struttura. Insomma, si credeva che le abilità cognitive e le connessioni neurali non si potessero modificare.
In realtà, grazie alle numerose scoperte in ambito neuroscientifico, ora è perfettamente chiaro che il nostro cervello è in grado di creare nuovi percorsi neurali, di rafforzare le connessioni già esistenti e persino di riprogrammare i paradigmi cognitivi più solidi e radicati.
Questo significa che il cervello umano è capace di adattarsi agli stimoli provenienti dall’esterno, trasformandosi costantemente.
Straordinario, non è vero?
Sì, per certi versi. Perché se è vero che il nostro cervello è in grado di potenziarsi sempre più e di arricchire la nostra intera esistenza, è anche vero che è in grado di depotenziarsi e atrofizzarsi.
Come aumentare (o diminuire) la nostra neuroplasticità
Ogni aspetto della nostra esistenza può contribuire a migliorare o diminuire la plasticità del nostro cervello.
Alcuni, però, possono essere ancor più determinanti di altri.
Sulla base delle più note ricerche del settore, ho selezionato 5 delle strategie più efficaci (da spiegare in modo semplice, in massimo 25 parole).
Apprendimento:
Più impariamo a fare cose nuove, più il nostro cervello si mantiene in forma. Meno lo facciamo, più si atrofizza.Esercizio fisico:
Più ci prendiamo cura del nostro corpo con l’esercizio fisico, più il nostro cervello diventa efficace. Meno ci muoviamo, più il cervello si ferma.Alimentazione:
Più alimentiamo correttamente il nostro corpo, più alimentiamo correttamente il nostro cervello. Meno ci preoccupiamo di quel che ingeriamo, più si intossica.Riposo:
Più ci ritagliamo il giusto quantitativo di tempo per riposare e recuperare le energie, più il nostro cervello diventa performance. Meno riposiamo, più il nostro cervello si spegne.Meditazione:
Più ci dedichiamo del tempo per meditare, più il nostro cervello si arricchisce. Meno lo facciamo, più il nostro cervello si stressa.
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La fallibilità come presupposto del miglioramento
Esiste un concetto forse addirittura più importante di quelli già elencati in precedenza: il concetto di fallibilità.
Alla base di qualsiasi altra strategia attuata con l’obiettivo di potenziare la nostra neuroplasticità, c’è infatti una convinzione di base estremamente importante, che può limitare o migliorare le nostre performance.
Il nostro miglioramento è infatti fortemente influenzato dalla percezione che noi abbiamo delle nostre stesse capacità.
In breve, più pensiamo di saperne abbastanza, più è difficile migliorare (e più depotenziamo la nostra plasticità cerebrale); al contrario, più pensiamo di avere ancora molto da imparare, più è facile migliorare (e più potenziamo la nostra neuroplasticità).
Dunque, da questa riflessione nasce una questione fondamentale da tenere in considerazione: la neuroplasticità è determinata fortemente anche e soprattutto dalla tipologia di pensieri con cui alimentiamo la nostra mente.
E - ricordatelo bene - non possiamo davvero abbracciare il miglioramento fintanto che non abbiamo il coraggio di abbracciare la nostra fallibilità.
Perché solo rendendoci veramente conto della nostra imperfezione possiamo crescere veramente.
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