I 5 errori del decision-making
Le trappole mentali che manipolano (e rovinano) le tue decisioni: quali sono, come funzionano e come puoi evitarle? Ecco la risposta.
Nel mondo ideale, le nostre decisioni dovrebbero essere prese in modo razionale, basandoci esclusivamente sui dati e sulla ragione. Punto.
Ma il mondo non è quel che dovrebbe essere, il mondo è quel che è.
Nel mondo reale, infatti, anche quando ci basiamo su dati, algoritmi, statistiche, numeri e percentuali le nostre decisioni vengono in ogni caso profondamente manipolate dalle nostre scorciatoie mentali e dai nostri bias cognitivi, quegli errori sistematici di pensiero che ogni giorno ci portano fuori strada decine - anzi, centinaia - di volte.
Ecco 5 delle trappole cognitive più pericolose in assoluto, che ogni giorno potrebbero influenzare (e rovinare) le tue decisioni.
1. L’ottimismo irrazionale
Ogni volta che prendi una decisione, la tua mente fa una previsione: si domanda quali potrebbero essere le conseguenze di quella decisione, si proietta mentalmente in un momento successivo alla scelta e - sulla base di una serie di step mentali prevalentemente inconsci - decide.
C’è solo un problema: quando facciamo previsioni, molto spesso la nostra mente subisce un’illusione che ci porta a sopravvalutare la bontà delle conseguenze della scelta che stiamo per prendere.
Tendiamo a credere che tutto andrà per il meglio, a sottovalutare gli ostacoli e a sovrastimare la nostra capacità di controllo: tecnicamente, si chiama bias dell’ottimismo.
Come evitare l’ottimismo irrazionale
Usa la tecnica pre-mortem: prima di prendere una decisione, chiediti: "se questa scelta si rivelasse un fallimento, quali sarebbero i motivi di tale fallimento?". Questo esercizio ti costringerà a individuare le eventuali debolezze della tua decisione e a preparare le giuste contromisure.
2. La trappola del sunk cost
Hai mai continuato un progetto che sapevi essere sbagliato solo perché ci avevi già dedicato mesi di lavoro? Oppure: hai mai insistito in una relazione perché "ormai è da troppo tempo che stiamo insieme"?
Questi sono solo due dei tanti esempi di sunk cost, la trappola mentale che ci porta a prendere decisioni basandoci su ciò che abbiamo già investito, anziché guardare cosa è meglio per il futuro.
Come evitare la trappola del sunk cost
Orienta il tuo focus al futuro: se dovessi decidere oggi, senza considerare il passato, faresti ancora la stessa scelta? Fatti questa domanda e, se la risposta è no, sei ancora in tempo per cambiare strada. Il passato è ormai è passato; il futuro, invece, è ancora tutto da scrivere.
3. L’illusione della fine della storia
Un’altra grande illusione quando prendiamo una decisione è credere che il nostro futuro sarà simile (o identitco) al nostro presente.
Si chiama illusione della fine della storia (end-of-history illusion) ed è il motivo per cui molte persone sottovalutano i cambiamenti del mercato, non prevedono un calo di motivazione in un progetto a lungo termine o non si preparano per imprevisti futuri.
Il cervello è miope, e tende a ragionare come se il presente fosse una condizione permanente, che si ripeterà all’infinito nel futuro senza possibilità di cambiamento.
Come evitare l’illusione della fine della storia
Simula scenari alternativi: in quanti e quali altri modi potrebbero andare le cose? A volte, la domanda è la risposta: già facendoti le giuste domande, diventa decisamente più facile trovare le giuste risposte.
Un altro modo per imparare a gestire questo e tanti altri bias cognitivi? Leggendo le newsletter settimanali di Brain Hacking, ovviamente! Inserisci qui il tuo indirizzo email per non perderti i prossimi articoli:
4. La fallacia della pianificazione
Di’ la verità: quante volte hai sottovalutato il tempo o le risorse necessarie per completare un progetto?
Dalla pianificazione di un obiettivo alla decisione di comprare casa, passando per le scelte più quotidiane come ad esempio la pianificazione di una riunione in agenda.
Il nostro cervello tende a sopravvalutare la nostra efficienza e a sottostimare la complessità delle attività: è un bug sistematico della nostra mente che può compromettere la qualità delle nostre decisioni, ogni singolo giorno.
La cosiddetta fallacia della pianificazione (planning fallacy) è il motivo per cui i progetti aziendali sforano i budget, le ristrutturazioni di casa durano il doppio del previsto e molte diete (“da lunedì, dieta”: hai presente?) falliscono miseramente.
Come evitare la fallacia della pianificazione
Usa (anche) riferimenti esterni: anziché fidarti solo della tua mente, trova dei dati concreti: quanto tempo hanno impiegato altre persone in una situazione simile? Quali sono stati i risultati in casi simili? Verifica sempre le tue previsioni studiando dati e statistiche.
5. La procrastinazione
Ah, la procrastinazione. La cara vecchia procrastinazione, che probabilmente almeno una volta nella vita ti sarà capitato di sperimentare sulla tua pelle.
Uno dei meccanismi più comuni - e letali - in assoluto: buona parte dei risultati che non riusciamo a ottenere è dettato dalla nostra incapacità di gestire la nostra innata tendenza a rimandare i nostri impegni e le nostre attività.
Sebbene in alcuni casi rimandare una decisione possa essere utile (ad esempio, per ridurre le possibilità che le decisioni di pancia sovrastino quelle di testa), in realtà molto spesso la procrastinazione non è razionale prudenza, ma irrazionale paura di sbagliare.
Il nostro cervello, quando si trova di fronte a incertezze o scelte difficili, preferisce evitarle. Ma, come sappiamo tutti molto bene, rimandare non è mai la soluzione.
Come evitare la procrastinazione
La regola dei 5 minuti: se un’attività o una decisione ti sembra troppo grande o difficile, inizia dedicandoci solo 5 minuti. Nella maggior parte dei casi, una volta superata la resistenza iniziale, portare a termine il tuo compito diventa drasticamente più semplice.
Bias, scienze comportamentali e algoritmi
Parlando di bias cognitivi e decision-making, non posso non citare l’ultima puntata de “LaCulturaDelDato”, nella quale ho avuto il grande piacere di rispondere alle domande di Stefano Gatti, Head of Data & Analytics di Nexi.
Ne è uscita l’unione di due mondi apparentemente distanti ma estremamente collegati: scienza del comportamento e scienza dei dati. Per leggere l’articolo, clicca qui sotto. Buona lettura!
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