Come il linguaggio hackera il tuo cervello
L'ipotesi di Sapir-Whorf e la neurolinguistica applicata alla quotidianità
Nuove parole, nuovi pensieri
L'ipotesi di Sapir-Whorf, ideata dagli studiosi Edward Sapir e Benjamin Lee Whorf, sostiene - in breve - che il linguaggio che utilizziamo sia in grado di influenzare i nostri pensieri, la nostra percezione e la nostra realtà.
Il cervello umano funziona in modo prevedibile: ogni parola è in grado di generare una precisa reazione comportamentale.
In altre parole, citando proprio Edward Sapir…
“Il mondo reale è in larga parte basato inconsciamente sulle abitudini linguistiche di chi lo abita. Noi vediamo e sentiamo e sperimentiamo in un certo modo perché la lingua della nostra comunità predilige certe scelte e interpretazioni.”
Ad abitudini linguistiche diverse corrispondono interpretazioni della realtà diverse. Ergo, cambiando abitudini linguistiche possiamo cambiare la nostra realtà. Ma non è necessario imparare una nuova lingua per riuscirci: basta molto meno, per cambiare il nostro cervello.
Tante parole, tante realtà
Alcune lingue hanno più vocaboli di altre: è un dato di fatto. E a parità di evento da descrivere, le lingue (e le persone) che possiedono più parole nel loro bagaglio lessicale riescono a fare esperienza di quel determinato evento in maniera totalmente diversa.
Un esempio? In alcune zone del Nord del Canada, gli Inuit traducono la parola “neve” nella loro lingua con più vocaboli a seconda della tipologia di neve e delle sue caratteristiche. Caratteristiche che noi italiani probabilmente non riusciremmo nemmeno lontanamente a percepire, ma che per loro risultano essere assolutamente significative.
Vale per la neve, ma vale anche - e soprattutto - per qualsiasi aspetto della tua vita: se sai sai descrivere una determinata cosa in maniera diversa, quella cosa ti apparirà diversa. Il risultato è che cambierà notevolmente l’esperienza che ne farai.
Da questa prospettiva, gioca un ruolo fondamentale l’effetto framing, ovvero quel meccanismo cognitivo inconscio che ci porta a valutare e giudicare qualcosa in maniera diversa a seconda del modo in cui ci viene presentata.
Conoscendo il modo in cui funziona il nostro cervello da un punto di vista neurolinguistico, possiamo quindi sfruttare questa sua caratteristica a nostro vantaggio: quando cambi la descrizione di quel che ti accade, puoi cambiare il modo in cui reagisci.
Un conto, quindi, è dire che stiamo vivendo una situazione problematica, un altro conto è dire che stiamo vivendo una situazione che ancora non abbiamo risolto: nel primo caso, il nostro cervello registrerà il frame “problema”, innescando una serie di reazioni ormonali di gran lunga migliorabili; nel secondo caso, cambiando frame, riusciamo a cambiare il nostro tenore ormonale e, quindi, a gestire la situazione in modo molto più funzionale.
Pensaci: quante volte ti capita di vivere situazioni impegnative, complesse o stressanti durante una tua giornata tipo? E quante di queste volte utilizzi il linguaggio al meglio delle tue possibilità, per affrontare e gestire quella situazione in modo più efficace? Ricorda: quando cambi il tuo linguaggio, cambi la tua realtà.
Culture uniche, parole uniche
Studiare le sfumature più peculiari del linguaggio non è solo utile per arricchire il nostro vocabolario, ma anche per arricchire la nostra conoscenza delle persone che ci circondano. Perché capire (davvero) come parlano significa anche capire come pensano.
Profilare il linguaggio dei tuoi interlocutori ti permette di analizzare le strutture dei loro pensieri e l’architettura delle loro scelte.
Ascolta bene il modo in cui chi hai di fronte utilizza il suo linguaggio e fai attenzione al tipo di parole che sceglie - più o meno consapevolmente - di utilizzare.
Per ispirarti a fare sempre più attenzione alle parole delle persone con le quali interagisci ogni giorno, ho deciso di condividere con te un curioso elenco di parole davvero particolari e… uniche nel loro genere.
In molte lingue - tra cui la nostra: l’italiano - esistono delle parole che non possono essere tradotte letteralmente. Parole che nascono dalla particolare sensibilità di una determinata popolazione - spesso in correlazione alle loro abitudini, alla loro storia, alla loro cultura - e che non trovano una corrispondente espressioni nelle altre lingue.
Ho selezionato per te 10 parole straniere intraducibili: non ti saranno d’aiuto per hackerare il tuo cervello, ma ti saranno sicuramente d’aiuto per vedere ancor più da vicino in che modo il nostro modo di vivere determini il nostro modo di parlare e, al tempo stesso, in che modo il nostro modo di parlare determini il nostro modo di vivere.
1. SAUDADE – Portoghese
La sensazione di nostalgia per qualcosa che risulta distante, a livello spaziale o temporale.
2. HYGGE - Danese
Luogo intimo e accogliente, che gode di un’atmosfera unica, in grado di trasmettere benessere alle persone presenti.
3. WABI-SABI – Giapponese
L’accettazione dell’imperfezione delle cose.
4. SEHNSUCHT - Tedesco
Il sentimento che si prova quando desideriamo ardentemente qualcosa che non possiamo avere, simile allo struggimento.
5. JUGAAD – Hindi
Persona in grado di trovare soluzioni creative e non convenzionali.
6. GURFA – Arabo
La quantità di acqua che è possibile tenere in una mano.
7. TSUNDOKU – giapponese
L’acquisto compulsivo e frenetico di libri, senza poi avere il tempo o la voglia di leggerli.
8. TARAB – Arabo
La sensazione di estasi che si sperimenta ascoltando una melodia particolarmente piacevole.
9. MANCOLEK – Indonesiano
Lo scherzo che consiste nel mettersi affianco a una persona e toccargli la spalla opposta per fargli pensare che qualcuno lo abbia chiamato dalla parte opposta (sì, anche io sono rimasto sconvolto quando ho scoperto l’esistenza di una parola per descrivere questa azione).
10. POCHEMUCHKA – Russo
Persona che fa troppe domande e/o chiede continuamente “perché?”.
Bibliografia di un Brain Hacker
L’argomento trattato in questo articolo ti interessa e vuoi approfondirlo? Ho pensato anche a questo. Ecco a te cinque risorse che puoi studiare per arricchire ancor di più la tua conoscenza dell’ipotesi Sapir-Whorf:
1956 - Benjamin Lee Whorf - Science and Linguistics - Language, Thought, and Reality; MIT Press.
1956 - Benjamin Lee Whorf - Language, Thought, and Reality: Selected Writings of Benjamin Lee Whorf; MIT Press
1958 - Edward Sapir - Culture, Language and Personality; University of California Press.
1958 - Edward Sapir - The Status of Linguistics as a Science; University of California Press.
1994 - Steven Pinker - The Language Instinct; Penguin.
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