Come gestire le rotture di C.
Tre preziosi insegnamenti sulla mente umana che solo una grandissima rottura di C. può regalarci (ah, leggi tutto l'articolo per capire il titolo 😉)
Secondo il mio Calendar, di lì a poco avrei dovuto iniziare a scrivere questa nuova newsletter di Brain Hacking. E invece no: nessuna newsletter.
Al suo posto, un armonioso “CRAC”! E il pronto soccorso.
Il piede è rimasto fermo da una parte, il ginocchio è andato a finire dall’altra e la gamba si è piegata a metà (e no: non sul lato su cui normalmente un ginocchio si dovrebbe piegare, per intenderci).
Mi fermo qui con la descrizione, così ti risparmio ulteriori dettagli che potrebbero urtare la tua sensibilità, e andiamo al dunque: perché ti sto parlando del mio ginocchio? Te lo spiego subito.
Una grandissima rottura di C.
Ti sto parlando di quel che mi è successo qualche giorno fa perché al momento sono costretto a muovermi in stampelle, con un ginocchio che ha le sembianze di un melone e un tutore che è l’unico mezzo che mi permette di non ridurre in poltiglia quel che è rimasto dei miei legamenti (bello, eh?).
Ma non è questo il punto.
Il punto è che tutto questo è successo in un momento non propriamente perfetto: a pochi giorni da una serie di viaggi pianificati da tempo e - piccolo dettaglio - a pochi giorni da un matrimonio. Anzi, IL matrimonio. Il MIO matrimonio (ops…)
Insomma, possiamo dirlo? Sì, possiamo dirlo: una grandissima rottura di… di c… di crociato.
3 strategie per le rotture di C.
Ebbene sì, mi sono rotto il crociato.
E quel che mi è successo mi ha ricordato alcuni concetti che ritengo estremamente importanti, per la comprensione di come funziona la mente umana. Dei concetti che, a mio parere, tutti quanti dovrebbero conoscere e applicare.
Così, ispirato dal momento (o forse allucinato dal dolore, chi lo sa), non ho perso tempo e dopo qualche ora passata in pronto soccorso sono corso - si fa per dire, eh - a scrivere le parole che stai leggendo.
Ecco a te 3 principi fondamentali da conoscere per poter gestire al meglio le rotture di C…rociato (e non solo)!
1. L’abitudine rende ciechi
Mi sono accorto di quanto è straordinariamente bello camminare nel preciso istante in cui non sono stato più in grado di farlo.
Qualche tempo fa avevo pubblicato un post su Instagram proprio su questo concetto: in quel post, parlavo di quanto fosse bello il non-mal di denti, riferendomi proprio al fatto che viviamo le nostre vite dimenticandoci troppo spesso di tutte quelle piccole cose che fanno la differenza.
Paradossalmente, infatti, ci ricordiamo di quanto è bello non avere mal di denti nel momento in cui abbiamo mal di denti. Lo stesso vale con il ginocchio, ma lo stesso vale per mille altre situazioni.
Il concetto è sempre lo stesso: l’abitudine ci rende ciechi. Nel momento in cui ci abituiamo al bello, smettiamo magicamente di vederlo.
Quante altre cose meravigliose della tua vita non stai vedendo, per colpa dell’abitudine?
2. La mente va dove le dici di andare
In particolar modo quando devi gestire dei momenti delicati, il tuo focus e la tua attenzione fanno la differenza.
Perché ciò su cui decidi di concentrarti determina il modo in cui ti senti e, di conseguenza, anche i risultati che ottieni.
Ed è questo il motivo per cui saper gestire i propri pensieri diventa determinante!
Quando ormai il danno è fatto e la rottura di C. è avvenuta, non ha senso pensare ostinatamente al problema: non fai altro che perdere tempo ed energie, oltre a innalzare ulteriormente i tuoi livelli di stress e a compromettere quindi la tua capacità di trovare una soluzione.
Ha più senso pensare a quel che puoi fare per risolvere la situazione o, perlomeno, a quel che puoi fare per gestire al meglio ciò che è in tuo controllo (ad esempio, i tuoi pensieri!), piuttosto che ciò che non lo è.
Il tuo cervello non è multitasking: o pensi al problema, o pensi alla soluzione. A te la scelta!
3. Le opinioni degli altri ti influenzano
Nonostante mi stia prendendo cura dei miei pensieri e del mio focus mentale in modo davvero meticoloso (oserei dire con una precisione chirurgica: la stessa precisione che spero abbia il chirurgo che dovrà mettere mano ai miei legamenti!), mi è capitato in più di un’occasione di subire l’influenza dei miei interlocutori, sia nel bene sia - soprattutto - nel male.
Com’è che si dice? “Chi va con lo zoppo impara a zoppicare” (da che pulpito, eh?).
Mi rendo conto che forse - nelle mie condizioni fisiche attuali - potrei non essere la persona più adatta a scrivere o pronunciare queste parole, ma di fatto le cose stanno esattamente così.
Oltre a lavorare al meglio sui tuoi pensieri e sul tuo focus mentale, ricordati di scegliere accuratamente le persone di cui circondarti: specialmente nei momenti di difficoltà, avere a fianco persone che ti aiutano a pensare in modo efficace fa sempre la differenza!
Ricorda: le persone che frequenti influenzano enormemente i tuoi pensieri, le tue convinzioni e - quindi - anche le te emozioni.
Come hackerare le emozioni
Saper gestire al meglio i tuoi pensieri e le tue emozioni, in particolar modo nei momenti più critici, fa tutta la differenza nel mondo.
Ho parlato più nel dettaglio di come funzionano le emozioni (e di come poterle gestire) da un punto di vista neuroscientifico in uno dei corsi presenti all’interno del programma formativo di Brain Hacking Academy: “Come hackerare le emozioni”.
Per poter guardare questo e tanti altri corsi presenti all’interno dell’Academy, clicca qui per iscriverti.
Questo articolo è la rappresentazione di come si può scegliere di agire rispetto ciò che ti capita nella vita piuttosto che star fermi a lamentarsi. Fantastico! Auguri di pronta guarigione
Forza Michele! 🤟